Libri: La Famiglia Ippoliti a Suzzara.

 

Suzzara 23/01/22023: Finale della domenica un biblioteca al centro culturale Piazzalunga di via Zonta. Con la presentazione del libro  Gli Ippoliti a Mantova e nel Mantovano (Associazione Postumia – Quaderni di Postumia con i le autrici Anna Casotto e Lisa Valli. Le due ricercatrici hanno illustrato lo stretto rapporto di un ramo della famiglia Ippoliti con Suzzara. Le proprietà di questa famiglia nei documenti risalgono al 1.200 fina al 1.700, diversi immobili e corti , all'interno del recinto del castello, e nel zona adiacente e fino a via villa inferiore nelle frazioni come a Brusatasso.  Nei due volumi – quaderni delle due ricercatrici sono emersi documenti  interessanti che mettono una nuovo luce sugli Ippoliti a Suzzara, le due ricercatrici hanno tenuto ha precisare che i due quaderni sono due strumenti ricerca ancora migliorabili con ulteriori ricerche

Ippoliti, nobile e antica famiglia mantovana risalente all'XI secolo. Originaria del Lazio, ebbe come capostipite un Sant'Ippolito che venne martirizzato a Roma nell'anno 261.In seguito alcuni componenti della famiglia fuggirono e ripararono nel nord Italia, acquisendo vaste proprietà terriere nelle zone di Novi e Campagnola, in Emilia. Nel XIII secolo divennero proprietari di possedimenti nella zona di Suzzara, dominio del vescovo di Mantova. Alcuni componenti della famiglia si dedicarono alle manifatture della lana. A Mantova possedevano diversi palazzi e fecero parte dell'aristocrazia comunale. Nel 1305 Albertino Ippoliti sposò Felicina Bonacolsi, figlia di Selvatico, dei signori di Mantova, portando in dote ricchi possedimenti terrieri nel mantovano. Questi comprendevano anche il Feudo di Gazoldo, confermato feudo imperiale il 20 dicembre 1354 dall'imperatore Carlo IV di Boemia. Albertino ricevette il titolo comitale e divenne il capostipite del ramo della famiglia che resse il feudo sino al 1796.Nella capitale del feudo che da loro prese il nome, Gazoldo degli Ippoliti, possedevano anche una zecca, aperta nel 1590 e chiusa dopo alcuni anni dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo a causa delle continue contraffazioni.